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Parotite Ricorrente: Cinzia Urbanetti

E’ da quando sono piccola che soffro per disturbi alla ghiandola Parotide. Ai miei tempi quando si aveva una malattia infettiva il medico scolastico ti allontanava dalla scuola per 40 gg e dopo la terza volta che mi avevano diagnosticato parotite epidemica, cioè i così detti “orecchioni” mia madre ha cominciato ad insospettirsi poiche’ il medico di famiglia aveva detto che una volta avuta non tornava più.

Da quel momento (avevo 8 anni ora ne ho 50) e’ iniziato un lungo percorso tra medici, analisi e controlli che per tanti anni non e’ approdato a nulla. Circa 10 anni fa mi portato a visita da  un otorino, che dicevano molto bravo. Io ero in preda ad un fortissimo dolore con la parotide gonfia: sembrava avessi una piramide sotto l’orecchio, e lui mi disse di masticare del limone… volevo picchiarlo!!!

l’unica cura che riusciva a farmi un po’ di effetto era l’antibiotico insieme all’antinfiammatorio, ma durava poco, dopo 20 30 gg il problema ricominciava.

Alla fine tramite una mia amica trovai un otorino che l’antibiotico e l’antinfiammatorio me lo iniettava direttamente nella parotide con notevole beneficio nell’allungamento dei tempi di intervello fra le crisi.

Mi avevano detto che forse avevo dei calcoli alla parotide, ma la scialografia dava parere contrario. I dottori dicevano che  avevo il tubicino di comunicazione tra bocca e ghiandola Parotide  (orecchio) troppo stretto, e mi consigliavano di bere tantissimo per non far seccare la saliva.

Qualche anno fa ,però, anche Diego, il mio quarto bambino di sei anni, ha cominciato ad avere i miei stessi problemi. Sapevo perfettamente riconoscere tutti i sintomi, avendoli avuti io stessa:  una notte, in occasione di una forte crisi sono corsa all’osp. Bambin Gesu’ : il bimbo  aveva la parotide gonfia a piramide e urlava dal dolore, un dolore che solo chi lo ha avuto può capire. Ho però dovuto litigare: infatti mi dicevano che  aveva i linfonodi gonfi…. Sulla base della mia lunga esperienza personale, ho mostrato di dubitare della  loro diagnosi, e ho cercato di spiegare….ma inutilmente. Allora sono uscita di liì e mi sono recata all’osp.Gemelli (ho conservato tutti i referti di pronto soccorso) dove finalmente, dopo averlo sottoposto ad analisi ed ecografia e fatto visitare da un altro otorino forse più attento, hanno convenuto con ciò che dicevo. Purtroppo, secondo i dottori un solo episodio non faceva un caso importante e solo se ci fossero state ricadute avrebbero potuto agire con sistemi diversi: però non mi dicevano quali.

Io però non volevo che soffrisse perchè sapevo per esperienza diretta che in queste crisi il dolore può essere fortissimo. Ho fatto allora visitare il mio bimbo dal dott. Giancarlo De Vincentiis, del quale avevo fiducia perché era stato l’unico a darmi qualche soluzione, per quanto temporanea. ( che e’ quello che mi iniettava direttamente in parotide l’antibiotico).

Il Dr De Vincentiis disponeva il ricovero  al Bambin Gesù di Palidoro, ma ahimè, proprio nei due giorni di ricovero lui era assente  e dopo aver fatto tutti i controlli ed esami (veramente tanti!) tra i quali anche la visita del dentista,  non sapendo che pesci prendere i medici presenti  l’avevano buttata sullo psicologico, e quindi mi avevano detto che dovevo andare in terapia famigliare, per un controllo psichiatrico.

Io cominciavo a spaventarmi ma più reagivo più i dottori si indispettivano: non volevano farmi uscire come avevo chiesto, e mi hanno trattenuta senza motivo un’altra mezza giornata .

Quando sono riuscita  finalmente ad uscire da quella che mi stava sembrando una prigione, su consiglio del Dott. De Vincentiis , sono andata con tante speranze e paure di nuovi fallimenti dal Dott. Edoardo Bernokopf, anche se non capivo cosa c’entrasse un dentista con il mio problema. Il consiglio del Dr De Vincentiis mi veniva però confermato anche da una mia amica che, grazie al Dr. Bernkopf, aveva avuto ottimi risultati.

Il Dr Bernkopf si è mostrato subito molto sicuro e fiducioso sulla strada da percorrere, e  ha applicato sia a me che a mio figlio un bite da portare 24 ore al giorno, pasti esclusi. Io inizialmente ero scettica: sembrava tutto troppo semplice, in considerazione della mia triste e lunga avventura …. Invece ho dovuto ricredermi: appuntamento dopo appuntamento, mi accorgevo che il problema si attenuava e ben  presto poteva considerarsi risolto.

Alcuni episodi mi hanno confermato il ruolo indispensabile del bite per il mio problema: proprio oggi, come già un’altra volta, masticando un chicco di uva ho sentito il solito dolore alla parotide, la sx questa volta, sensazione di gonfiore e dolore alla palpazione proprio sotto l’orecchio. Ho temuto, nell’antico ricordo, di non poter mangiare, deglutire. Allora sono corsa a rimettermi il bite che il Dott. Bernkopf mi ha applicato, e il dolore si è subito attenuato per pian piano sparire. Ho potuto anche mangiare normalmente e non e’ successo niente: questo rinnova in me la fiducia in questa terapia.

Sono ormai passati due anni senza vere crisi. Io ho deciso di continuare a portare il bite , “gestendolo “ con buon senso (confesso che qualche volta, come nell’episodio che ho raccontato, me lo levo, ma sento il bisogno di rimetterlo).

Mio figlio, invece, ha proseguito il trattamento ortodontico, del quale aveva comunque bisogno, anche con apparecchi fissi: la bocca si è sistemata molto bene (anche un bel sorriso è importante!) e alla fine ha potuto rimuovere tutto senza ricadute di parotite.

Spero proprio che non dovrà ripercorrere la mia avventura!

Devo ringraziare per questo risultato anche il Dr  Giancarlo De Vincentiis: senza il suo consiglio non so come sarebbe andata a finire.

Confermo che la relazione sopra riportata descrive esattamente la storia clinica mia e di mio figlio e ne autorizzo la pubblicazione a fini divulgativi e scientifici anche via internet.

Cinzia Urbanetti, mamma di Diego Boccia , Via Grottini 7  Sacrofano (ROMA) Tel. 3407201255

e-mail  spazzolina2003@libero.it

 

Da:spazzolina2003@libero.it [mailto:spazzolina2003@libero.it]

Inviato: giovedì 9 agosto 2012 9.18
A: edber@studiober.com
Oggetto: R: STORIA DI UNA PARODITE
Priorità: Alta

 

HO LETTO LA STORIA CON LE SUE CORREZIONI, NULLA DA OBIETTARE

IL MIO INDIRIZZO E’ : VIA GROTTINI 7 – SACROFANO -ROMA

IL MIO TEL.

CARO DOTTORE LA SALUTO E BUONE VACANZE.

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