VICENZA 0444 545509 ∙ PARMA 0521 236426 ∙ ROMA 06 81156565
edber@studiober.com

I problemi gnatologici riguardano tutte le età, e a tutte le età si possono trattare

Gli aspetti strutturali e le eventuali disfunzioni cranio-mandibolo-vertebrali in particolare, che formano l’oggetto di questo sito possono accompagnare il paziente dalla nascita alla morte, e si intrecciano quindi con la Pediatria, la Medicina Generale, la Geriatria, oltre che con molte specialità mediche. Il quadro clinico, peraltro, pur sostenuto da un’unica disfunzione originaria, assai spesso costituita da una malocclusione dentaria, può andare incontro a variazioni sintomatologiche che, agli occhi dello specialista, possono sembrare nuove e diverse malattie, spesso a soluzione chirurgica demolitiva, ma costituiscono invece l’evoluzione di un unico problema strutturale di fondo mai riconosciuto. In epoca neonatale e nella prima infanzia una disfunzione craniomandibolare si presenta di solito come un’ otite ricorrente nei casi più gravi, come un’abbondante secrezione di cerume in quelli lievi.

Fig.1Successivamente, ma a volte anche precocissimamente, prende la forma clinica di un’adenotonsillite e/o una rinosinusite croniche o ricorrenti, con eventuale complicazione in Sindrome dell’ Apnea Ostruttiva nel Sonno (O.S.A.S.) In presenza di concause di natura psicogena ed allergologica, lo schema respiratorio orale predispone e facilita l’insorgenza dell’asma e delle allergie respiratorie. Nella tarda infanzia o nell’adolescenza compare la cefalea e l’atteggiamento scoliotico, a volte la rara parotite ricorrente. Successivamente inizia il “mal di schiena” ancora più tardi, di solito, la cervicalgia. Entrambi , all’inizio, sono privi di riscontro radiologico concreto. L’otite ricorrente si attenua e cessa, o a seguito di interventi demolitivi (adenotonsillectomia), o spontaneamente a seguito dell’eruzione delle dentatura decidua prima e dei primi molari permanenti poi. Foto mancante La cessazione del quadro acuto di otite sembra aver risolto un problema, che invece rispunta più avanti sotto forma di acufeni o labirintiti, senza che il nesso venga colto, anche perché nel frattempo il paziente è passato in cura dal Pediatra al Medico di base, e ha di solito consultato un gran numero di otorinolaringoiatri. Gli atteggiamenti scoliotici, di solito trattati molto superficialmente, e le rachialgie varie inizialmente sine materia, vedono pian piano consolidarsi il problema anche dal punto di vista anatomico, con la comparsa radiologica di degenerazioni artrosiche e di ernie del disco. La cefalea, prima saltuaria diventa più frequente, a volte cronica e, in assenza di inquadramento occlusale, viene scambiata per emicrania e trattata come tale, di solito senza successo. In età geriatrica, molti disturbi riferiti dal paziente (acufeni, turbe dell’equilibrio, dolori al rachide, russare notturno, bronchiti croniche ecc.) vengono spesso considerati normali e legati appunto all’età avanzata: assai spesso la perdita di molti denti, l’incongrua protesizzazione (fissa o mobile) o il deterioramento delle protesi stesse, riproducono, anche se in modo atipico, le malocclusioni che si è soliti considerare solo in età giovanile.

Fig. 2 Fig. 2: La dentatura decidua del bambino o l’edentulismo, in particolare dell’anziano, non impediscono a terapia occlusale, che riguarda in primis la bocca e non i denti

Nei casi più sfavorevoli (colesteatoma, otomastoidite, ernia del disco) si può andare anche incontro a necessità chirurgiche, che solitamente sarebbero state evitate con un approccio precoce alla disfunzione cranio- mandibolo vertebrale, ma che , pur divenute inevitabili, non esauriscono il problema, in quanto si occupano solo delle sue complicanze.

 

Per saperne di più:

12- Bernkopf E. Maraggia A.:  Il ruolo della terapia occlusale nella riabilitazione dell’anziano. La Rivista del Medico Pratico, Gerontologia 37 N. 331-Anno 10-Giugno 1990,19-21

 

Vai all’elenco completo degli Articoli Pubblicati http://www.studiober.com/articoli-scientifici-pubblicati/