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Implantologia

Da parecchi anni l’implantologia osteointegrata fornisce ormai soluzioni tecniche ideali ad un gran numero di casi protesici. Meno descritto appare invece nella letteratura il suo impiego nel campo delle disfunzioni dell’A.T.M. e del sistema cranio mandibolo vertebrale. Quando la perdita dei denti molari causa una sofferenza dell’articolazione temporo – mandibolare per collasso posteriore del morso o latero deviazione a seguito dell’insorgenza di contatti anomali e deflettenti, non sempre la tradizionale soluzione protesica rimovibile può risolvere il problema in maniera stabile e duratura, sopratutto per la tendenza delle selle ad infossarsi in creste alveolari che tendono a regredire. Questa tendenza, in parte normale, è aggravata dal fatto che le zone occlusali posteriori sono chiamate, nella terapia delle disfunzioni articolari, a sostenere talvolta carichi occlusali mediamente superiori a quelli sostenuti da occlusioni normali, proprio per la necessità terapeutica di dare maggiore sostegno alla corrispondente articolazione temporo mandibolare in disfunzione. La soluzione implantologica, se attuata correttamente, ovvia a questo inconveniente, e risulta oggi la tecnica di elezione nel trattamento delle edentulie distali in casi di disfunzione cranio – mandibololare.

Agenesie

Sul problema delle agenesie (o delle estrazioni incongrue) non esiste a tutt’oggi una chiara linea guida che i dentisti possono seguire con chiarezza. La scelta se chiudere ortodonticamente gli spazi o di aprirli inserendo poi degli impianti, varia da caso a caso, ma dipende molto anche dalla formazione, ortodontica o protesica, del dentista chiamato a trattare il caso. Sfugge spesso invece l’elemento che dovrebbe orientare prevalentemente verso la soluzione implantare, e cioè il rischio, potenziale o a volte già in atto in età ortodontica, di predisporre all’insorgenza di disfunzioni cranio-mandibolo-vertebrali, attraverso la contrazione dell’arcata superiore (in agenesie superiori) e la perdita di dimensione verticale (in agenesie inferiori) quando la terapia sia mirata alla chiusura ortodontica degli spazi. Inoltre l’opzione implantare, oltre ad offrire al dentista una soluzione ideale del caso, permette di poter sfruttare, attraverso la gestione dei provvisori (che possono essere dotati di attacchi ortodontici), una fase tecnica finale ortodontico-protesica, in cui si possono prendere le ultime decisioni sia riguardo ad eventuali piccoli spostamenti ortodontici di finalizzazione, che riguardo alla forma, alle dimensioni, all’estetica e alle caratteristiche occlusali degli elementi protesici. La gestione ortodontica del caso ne può risultare facilitata per l’ottimo ancoraggio costituito dagli impianti, sia per i movimenti ortodontici orizzontali, che per la determinazione della dimensione verticale, che può essere affidata, ad esempio, ai premolari implantoprotesici provvisori fino alla ottimale estrusione ortodontica dei denti naturali.

Per saperne di più:

Bernkopf E. Broia V. Provvisorio immediato in implantoprotesi. Il Dentista Moderno, Anno XIV, Aprile 1998, 85-90 26-

 

Bernkopf E. Maraggia A.  Il giunto trans-mucoso universale. Rivista Italiana di Stomatologia, n. 5/6, Maggio-Giugno 1997, Anno LXVI, 107-12. 45)

 

Bernkopf E. : Aspetti clinici e medico legali nei disturbi Cranio Mandibolo Vertebrali Il Dentista Moderno XXII,2, Febbraio 2004 101-13

 

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