Gregorio OTT, russamento, Apnee nel sonno, stop all’attività sportiva agonistica
Questa storia è raccontata dal Dr. Massimo Gualerzi, cardiologo di Parma, e riportata nel suo libro “Super Salute”, pubblicato da Sperling e Kupfer
Quando lo vidi per la prima volta, Gregorio e i suoi genitori erano disperati. Il ragazzo faceva parte della nazionale giovanile di scherma ed era in procinto di affrontare il suo primo Europeo, ma non aveva ottenuto l’idoneità agonistica a causa del ritmo molto irregolare del suo cuore. Era stato da diversi specialisti che, pur non trovando alterazioni significative, non avevano ritenuto opportuno concedergli il certificato.
La prima domanda che gli feci, forse perché riguardava una delle poche cose che nessuno gli aveva chiesto (e questo non mi sorprendeva) fu: «Come dormi?» Rispose la madre: “Gregorio russa come un trattore e spesso il suo respiro s’interrompe e poi riprende in modo deciso”
Capii di avere toccato il tasto giusto. La mamma mi disse anche che il figlio soffriva di cefalee e, almeno tre volte all’anno, di otite e sinusite.
Commissionai una serie di esami che mi confermarono che in realtà Gregorio aveva molte apnee, troppe, e che la pressione durante la notte non scendeva come avrebbe dovuto. E ancora, che il suo sistema nervoso autonomo era attivato così come si rileva nei casi di stress psichico (in effetti chiunque russa e ha apnee, pur non svegliandosi, manifesta uno stato di stress psicofisico dovuto al cattivo riposo). In quegli anni, i primi anni ‘90, le cure per le apnee non erano molto diffuse, ma non mi scoraggiai. Studiai il caso con un amico dentista, il dottor Edoardo Bernkopf: valutammo che la bocca di Gregorio, anche se non particolarmente «brutta», o come diceva il dentista, «malocclusa», poteva rappresentare l’incipit del problema. Così ideammo uno dei primi bite realizzati in Italia per le apnee e lo consegnammo a Gregorio con la raccomandazione di utilizzarlo tutte le notti.
Dopo soli tre mesi, rividi il mio giovane paziente: era più riposato e la madre era soddisfatta perché non sentiva più quegli strani «versi» provenire dalla sua camera. Trascorsi sei mesi, anche i test confermarono che le apnee erano sparite, ma soprattutto che il cuore era tornato a battere al ritmo giusto!
Gregorio ottenne la meritatissima idoneità per poter tornare a tirare di fioretto. E la dedica per la prima vittoria ai Campionati Nazionali fu tutta per noi. Una cosa è certa, però: i benefici più importanti di quella terapia furono per il suo cuore.
Confermo che la relazione sopra riportata descrive esattamente la storia clinica di mio figlio Gregorio, e ne autorizzo la pubblicazione , in testo e in immagini, a fini divulgativi e scientifici anche via internet, in deroga consapevole alle disposizioni vigenti in tema di privacy.
Ing. Carlo Ott, padre di Gregorio, Via di Montenero 147/a, Livorno. 3358458854 carlo.ott@ottconsulting.it
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