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Tengo particolarmente a ricordare in questa pagina la figura di Ana  Bertarini, persona di grande cuore e di  acuto ingegno, logopedista e fonaudiologa con la quale ho collaborato a lungo, purtroppo prematuramente scomparsa.  Molte delle cose trattate in questa pagina sono frutto della collaborazione con Ana

  1. E.B.

La logopedista (“insegnante del linguaggio”) è abitualmente consultata quando un bambino presenta un difetto di linguaggio. In realtà questo tipo di problema costituisce solo una parte delle competenze logopedistiche, in quanto i difetti di linguaggio non sono che l’effetto più evidente di un alterato schema miofunzionale nella bocca del piccolo paziente: questo più vasto problema non interferisce solo con una corretta pronuncia di tutti i fonemi, ma genera anche problemi a livello occlusale, respiratorio e posturale. Per quel che riguarda in particolare la problematica occlusale, è da tutti accettato che in assenza di parafunzioni la massima intercuspidazione sia una posizione occupata dalla bocca per un periodo relativamente piccolissimo nell’ambito della giornata, fatto dalla sommatoria dei tempuscoli dedicati alla deglutizione. Nemmeno durante la masticazione i denti vengono infatti a contatto fra loro, se non alla fine della triturazione del bolo. E’ probabile addirittura che, in condizioni psicofisiche ottimali e quindi di ideale atteggiamento anche di lingua e labbra, la deglutizione possa avvenire anche in totale assenza di contatti occlusali. Ciascuno di noi, dunque, atteggia la propria mandibola (e quindi il rapporto fra i denti antagonisti) per la maggior parte del proprio tempo nella così detta “posizione di riposo”, che, sebbene difficilmente parametrabile in senso assoluto, individua una distanza tra i denti posteriori che va da 1 a 3 mm. Non si tratta in realtà, letteralmente, di una “posizione di riposo”, ma di una “posizione di equilibrio” tra muscoli elevatori e muscoli che guidano l’apertura della bocca, i quali, nella “posizione di riposo” trovano un loro economico e vantaggioso modo di essere. In questo stato, reso dinamico dalla periodica deglutizione, la lingua, appoggiata sulle rughe e le labbra combacianti senza contrazioni atipiche, costituiscono un indispensabile ammortizzatore, in mancanza del quale (cioè in presenza atteggiamenti linguali e labiali scorretti) sarebbe facile la prevalenza o degli elevatori o degli abbassatori, con tendenziale esito in morso profondo (se la lingua è atteggiata in posizione arretrata) o morso aperto (se la lingua è in posizione più anteriore, fino ad interporsi).

Fig.1  morso profondo Fig. 1 : morso profondo

Fig.2 morso aperto Fig. 2 : morso aperto.

L’approccio miofunzionale dà addirittura alla lingua e alle labbra un ruolo primario nella patogenesi delle malocclusioni e delle disfunzioni craniomandibolari in particolare: la loro considerazione e il relativo trattamento divengono così pilastri importantissimi della terapia che in questi casi lo gnatologo e l’ortodontista sono chiamati ad attuare, in sinergismo con la logopedista. E’ opportuno considerare il ruolo di labbra e lingua sia nel bambino in tutto l’arco dello sviluppo, sia nell’individuo adulto, occlusalmente e strutturalmente definito e consolidato. La logopedista è infatti in grado di suggerire tutta una serie di esercizi miofunzionali, che il paziente dovrà eseguire con impegno, volti a correggere gli atteggiamenti scorretti di lingua e labbra, la deglutizione atipica, gli schemi respiratori errati e non solo i difetti di linguaggio.

Fig. 3 labbro interposto Fig.3   labbro inferiore interposto e  in parafunzione:  si noti lo sventagliamento dei denti frontali superiori.

 

Rinforzatore labiale

Si tratta di un dispositivo che nella originaria versione di Garliner era costituito da un semplice bottone e che nella nostra versione assume una conformazione a scudo vestibolare , che riteniamo più efficace. Viene introdotto nel vestibolo della bocca, cioè fra le arcate dentarie chiuse  e le labbra. Per stimolare il labbro superiore appoggiare la lingua sulle rughe palatine lasciando una distanza interocclusale minima (1-3 mm) tra le arcate. Gli indici vanno  infilati negli anelli. Il paziente viene invitato ad allungare gli elastici in avanti e leggermente verso l’alto (non deve avvicinare gli anelli, e deve cercare invece di mantenere una distanza di 30 cm nel massimo allungamento.) Le labbra combacianti devono esercitare una controresistenza, e cercare di impedire la fuga dell’apparecchio. E’ importante non chiudere i denti, altrimenti si rinforzeranno piuttosto i muscoli masseteri che non l’orbicolare delle labbra, che è il maggior responsabile del tono posturale di base delle labbra stesse.

Fig. 4-5 Rinforzatore labialeFig. 4 e 5 : Rinforzatore labiale e suo impiego

N.B. Il dispositivo , di personale disegno, pubblicato sulla stampa specialistica ( Bernkopf E. Broia V. Bertarini A.M. Polcino P. Ostruzione nasale e ipertrofia adenotonsillare nell’Apnea Ostruttiva nel Sonno: ruolo della malocclusione. Dentista Moderno 2003  XXI-4 Aprile, 85-105) , è stato poco elegantemente copiato, con il nome di “rieducatore labiale”, senza citare gli autori. Diffidate delle imitazioni!

Fig.6Fig. 6

Correttore labiale

Il dispositivo, che abbiamo chiamato “CORRETTORE LABIALE ” (Fig. 7), è costituito da una doccia di resina acrilica  foggiata in modo da potervi alloggiare il labbro del paziente. Nella parete esterna della doccia sono inseriti lateralmente due bracci con un anello alle loro estremità, per permettere al paziente di alloggiarvi due dita ( solitamente gli indici ). ( Fig. 8-9 )

Fig. 7-8-9 correttore labialeFig. 7 “Correttore labiale ” : si notino la doccia labiale e i tiranti con gli anelli per le dita.

Fig.8: Suo impiego sul labbro inferiore e (Fig.9) sul labbro superiore

Il paziente viene invitato ad applicare il dispositivo sul labbro o sulle labbra ( solitamente entrambe in successione ) che necessitano di allungamento e tonificazione. Siamo soliti iniziare con il labbro superiore: gli indici del paziente vengono posizionati sugli anelli con l’ultima falange piegata ad agganciarli e rivolta verso il viso (fig.9). I medi vengono invece appoggiati sulla parete esterna della doccia per garantirne la stabilità sul labbro e impedirne la rotazione.

Il paziente viene poi istruito a portare verso l’alto l’apparecchio , spostando così nella stessa direzione il labbro superiore. Una leggera pressione dei medi sullo scudo esterno impedisce il ribaltamento del dispositivo e il suo scostamento dalla gengiva e dai denti frontali. Successivamente il paziente viene invitato a realizzare una spinta del labbro verso il basso, mentre le dita effettuano invece una contro spinta in direzione opposta cioè verso l’alto. ( Fig.9 )

Gli stessi esercizi vengono effettuati , ovviamente con direzioni opposte, con il labbro inferiore (Fig.8).

 

 Bottiglietta per la correzione delle deglutizioni atipiche.

Si tratta di un dispositivo molto semplice utile a correggere le deglutizioni atipiche. E’ costituito da una bottiglietta dal cui tappo si diparte un tubicini di plastica (Fig.10)

Fig. 10 deglutizioneFig. 6: bottiglietta per la correzione degli schemi daglutitori atipici.

Il suo impiego prevede di  appoggiare il tubicino flessibile di cui è dotata la bottiglietta sulle rughe palatine, facendolo sostenere dalla punta della lingua. I denti devono essere leggermente separati e le labbra combacianti. La bottiglietta, riempita di acqua o di una bibita a piacere, va posta capovolta verticalmente circa all’altezza della fronte (Fig.10).

Si fa fuoriuscire un po’ d’acqua dalla bottiglietta, e si invita il paziente a deglutire senza spostare la lingua dal tubicino e senza muovere le labbra. Dopo ogni deglutizione si fa aprire leggermente i denti, rilassando tutti i muscoli del viso. L’esercizio va ripetuto secondo la prescrizione del dentista o della logopedista.

 

Canula nasale

Quando un bambino prende autocoscienza del proprio corpo, se da un lato impara presto a riconoscere le sue parti anatomiche, non è detto che ne apprenda automaticamente anche la funzione . Così accade in particolare per quel che riguarda il naso relativamente alla sua funzione respiratoria. Se infatti il bambino ha assunto un errato schema respiratorio orale, legato molto spesso alla deglutizione atipica indotta dall’allattamento con biberon,  o da abitudini viziate quali il succhiamento del dito o l’interposizione del labbro, è possibile che per molto tempo, pur sapendo riconoscere il proprio naso, non sappia in realtà a che cosa gli serva. Sono molti i bambini perennemente “raffreddati” che, richiesti dalla mamma di soffiare dal naso sul fazzoletto, soffiano in realtà dalla bocca, e vengono sgridati perché “non sanno soffiarsi il naso”. In molti casi, dunque, la respirazione orale non è secondaria all’ostruzione nasale, che è  invece una complicanza della diminuita ventilazione nasale indotta primariamente da una malocclusione dento-scheletrica e da uno schema deglutitorio e respiratorio atipici.

La presa di coscienza del ruolo funzionale respiratorio del suo naso può essere efficacemente insegnata al bambino grazie all’impiego della Canula da noi messa a punto.

Fig.11 CanulaFig. 11 : Canula nasale

Si tratta di un tubicino che si ingrossa ad ogiva in una estremità. L’ogiva si adatta alla narice del paziente, e chiudendo con il proprio dito la narice controlaterale, gli consente di incanalare nella Canula tutta l’aria soffiata.

Il bambino viene quindi invitato a smuovere, soffiando attraverso la canula, dei pezzetti di polistirolo (Fig.11) o una pallina da ping pong, eventualmente predisponendo un bersaglio tipo rete da football . E’ importante complimentarsi con lui per l’efficacia del suo soffiare, che aumenterà di volta in volta. Lo stesso esercizio viene eseguito con la narice controlaterale ed eventualmente con due canule a doppietta su entrambe le narici. Alla fine, analogo gioco-esercizio viene eseguito con le sole narici, senza l’aiuto delle canule .

 

Il Neti Lota per il lavaggio delle mucose rinosinusali

In altra pagina di questo

è illustrata la tecnica di lavaggio delle mucose rinosinusali (pulsante che rimanda a sito    (http://www.studiober.com/patologie/il-lavaggio-della-mucosa-rinosinusale/ con soluzione idrosalina calda: lo strumento impiegato è il “Neti Lota” (Fig.12)

Fug.12 Neti LotaPer saperne di più:

Bertarini A.M., Bernkopf E. Il correttore labiale :nuovo dispositivo in terapia funzionale. Bollettino di informazioni ortodontiche, n. 59, novembre 1997, 15-19

Bernkopf E.- Broia V. Bertarini A.M. Il lavaggio della mucosa rinosinusale con soluzione idrosalina calda. Il Medico Pediatra, vol 7, n. 3, Giugno 1998 156-9

Bernkopf E. Broia V. Bertarini A.M. Polcino P. La respirazione orale e il ruolo della malocclusione. Medico e Bambino 2, 2002, 107-112.

Bernkopf E. Broia V. Bertarini A.M. Polcino P. Ostruzione nasale e ipertrofia adenotonsillare nell’Apnea Ostruttiva nel Sonno: ruolo della malocclusione. Dentista Moderno 2003  XXI-4 Aprile, 85-105

 

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